La nostra vita quotidiana e delle comunità è tutta intessuta di azioni, di segni, di parole che permettono agli uomini di comunicare tra di loro e di vivere insieme. Anche l'incontro fra Dio e il suo popolo conserva questo carattere interpersonale del dialogo.

Dio non inventa un linguaggio particolare per parlare a noi, ma in virtù della grande legge dell'incarnazione, in forza di quella misteriosa condiscendenza che fa del Creatore una creatura in Cristo, Dio stesso parla all'uomo con il linguaggio dell'uomo e si comunica a lui come un padre fa con il figlio.

Anche l'opera sacerdotale di Cristo, che si prolunga e si attua nel tempo della Chiesa per mezzo della liturgia, si esplica per mezzo di segni sensibili: «Per mezzo di segni sensibili viene significata e, in modo ad essi proprio, realizzata la santificazione dell'uomo» (SC 7). «E quindi di grande importanza che i fedeli comprendano facilmente i segni dei Sacramenti» (SC 59).

«Nella catechesi dei sacramenti si deve attribuire grande importanza alla spiegazione dei segni. Attraverso i segni visibili la catechesi conduca i fedeli alla conoscenza degli invisibili misteri salvifici di Dio» (DCG 57). Così facendo, attraverso l'intima penetrazione della fede, l'umano manifesta il divino, il visibile diventa segno del mondo invisibile; e la Chiesa può così riconoscere, in questi segni della comunicazione divino-umana, l'azione efficace di Cristo Salvatore.

Nei santi segni della liturgia la Chiesa riconosce l'azione di Cristo che continua ad incarnarsi in essa con la potenza santificante dello Spirito. E poiché attraverso queste azioni-segno il Santo santifica l'uomo, si può ben dire che tali segni non sono più unicamente dei segni «naturali» per la comunicazione interumana, ma vengono assunti  per  comunicare  la santità di Dio: per  questo li chiamiamo  i santi segni.

Per mezzo di questi santi segni il credente viene in contatto con il mistero della salvezza: può entrarvi in comunione e farlo proprio dal momento che lui stesso è afferrato da Dio in un modo che è visibile e percettibile pur rimanendo al tempo stesso misterioso e divinamente ineffabile.

Con sant'Agostino si può dire: «Per i segni visibili, agli invisibili misteri»; si intende così che nei santi segni non solo ci è dato di incontrare la salvezza donataci dal Padre in Cristo e nello Spirito, ma che per mezzo di tali segni è anche possibile accedere alla realtà soprannaturale di cui sono segno e comunicazione.

                                                                                                    don Franco bartolino

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