Dalla realtà poverissima di Bunda, Tanzania, dove mi trovo adesso mi veniva in mente, di fare una graduatoria delle ricchezze…Gesù, nel Vangelo di questa domenica 25^ del tempo ordinario, ci invita a farci degli amici con la ricchezza disonesta, quella cioè che passa, che non dura per l’eternità. Donando agli altri ciò che non ci appartiene (le ricchezze erano dell’uomo ricco!) sembra un po’ strano, ma è così, facciamo la casa migliore.
Qui, ora, pensavo che la prima ricchezza che abbiamo e che non ci appartiene è la vita stessa. Se la doniamo agli altri, se la spendiamo, se ci lasciamo consumare, è una ricchezza spesa bene. Allora il “padrone” ci loderà, perché con il suo dono abbiamo permesso ad altri di vivere e gli altri hanno permesso a noi di accedere all’eternità. La nostra fedeltà sarà questa: rispondere con prontezza alla chiamata di darci ai fratelli, di fare giustizia donando ciò che in fondo non ci appartiene. In questo scambio reciproco scopriremo sempre più che nessuno si eleva da solo e tutto quello che tratteniamo per noi in realtà, lo perdiamo.
Chiediamo al Signore allora, di darci una volta per tutte, il coraggio di schierarci dalla sua parte, dalla parte dei poveri, e di servire lui solo. Suor Arta Lleshaj
Perdiamo di vista le piccole cose, i secoli passano e ancora non abbiamo imparato che questa non è casa nostra! Nel grande viaggio che ognuno di noi dovrà inesorabilmente percorrere, lo dovremo fare a mani vuote. I secoli passano ed è GESU’- a tutt’oggi- che rimane l’unico testimone, il maestro per tutti noi. Il donare e l’aiutare il prossimo non si misura da quanto doni, ma dal gesto del donare. Francesco Testa, missionario
Informativa sulla privacy