Siamo giunte quasi alla conclusione della nostra esperienza missionaria. Nella nostra valigia abbiamo messo alcuni kanga, i colori e i temi della Tanzania; una manciata di chia che qui e’ il cibo dei piu’ poveri, mai da offrire agli ospiti; una quantità lecita di zenzero dal costo irrisorio al mercato.
Il resto lo portiamo negli occhi e nel cuore come ricchezza di vita e di umanità…Come si fa a dimenticare la casa di Esteria: tre capanne con mattoni di paglia e fango? …E l’orgoglio con il quale ci mostra la sua cameretta? Un letto, un tavolino e una piccola valigia appesa per armadio…ma tutto pulito e spazzato, con la dignità dei poveri. Come dimenticare Piri, bambina dall’evidente ritardo con sulle spalle il fratellino, in cammino sullo stradone Mwanza-Musoma? Ogni giorno, quando ci avvieremo a scuola, penseremo ai tanti bambini che già alle 6.30 sono sulla strada da un pezzo per iniziare la loro giornata scolastica…E resteremo ancora sorpresi dalla loro gioia nel rincorrere le bolle o i palloncini, tra la polvere e l’erba secca di questo periodo dell’anno in attesa della pioggia.
Lungo le strade un popolo in cammino, instancabile, a qualsiasi ora. A volte scalzi, anche i bambini a pieni nudi sulla polvere o sulle pietre, poco importa. Per noi la terra e’ sporca, abbiamo bisogno di lavarci, di proteggerci…qui la terra e’ madre accogliente che nutre e protegge. E il bimbo, dopo il bagnetto, può essere adagiato a terra, senza problemi, così fa la nostra vicina. Si percepisce un rapporto diverso con la natura che dalle nostre parti abbiamo smarrito…E suonano vere e profetiche le parole di Giovanni Vannucci: ” Il progressivo dominio della natura ha sradicato l’uomo dal suo ambiente vitale…non vede più nascere i suoi figli, l’acqua e’ un elemento che esce dai rubinetti, il latte gli giunge nelle bottiglie; la casa lo rende indipendente dal clima; la luce elettrica gli fa dimenticare che la luce naturale cambia di notte e di giorno; i mezzi di trasporto gli fanno perdere il senso delle distanze…”. La mancanza, la povertà allora si trasforma in ricchezza di umanità con un rispetto più grande per la natura, per gli anziani…e anche i simboli religiosi, che in Occidente si svuotano di contenuto, qui conservano una “forza educatrice” e vitale.
Da Nyiendo, periferia di Bunda – dove si trova la nostra missione -abbiamo intrapreso il nostro viaggio nel tempo, a ritroso, che da Mwanza ci porta a Dar es Salaam, la ex capitale, e da qui a Istanbul e poi in Italia…E un pensiero ci accompagna: solo la condivisione e la solidarieta’può arrecare a tutti, poveri e ricchi, un aumento di umanità e civiltà.
viola mancuso, pme
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