Suor Cida e suor Luzia ci raccontano
il loro primo mese nella missione in Amazzonia

Fra poco sarà un mese del nostro arrivo e già stiamo in pieno lavoro pastorale. Già abbiamo conosciuto un poco della nostra area pastorale nella periferia. La gente è molto povera, non hanno quasi niente oltre la speranza di cominciare. Manca acqua, manca luce, fogna a cielo aperto e le strade brutte e in alcuni luoghi non si può andare con la macchina. La cosa più triste, però è l’invasione delle sette evangeliche che in fondo, in nome di Gesù fanno più male che bene. La nostra area pastorale in questa comunità è grandissima e abbraccia quattro comunità, delle quali solo una sta già organizzata, le altre hanno bisogno di appoggio e di sostegno per organizzarsi meglio. Una di loro ha appena cominciato con alcune coppie e alcuni giovani  e si incontrano nelle case. Domani faremmo una riunione con il gruppo responsabile di queste comunità per cominciare il nostro lavoro in questa area.
Oltre questo, il vescovo ci ha chiesto di organizzare la Pastorale della Salute e la Pastorale degli Indios e Quilombolas. Ieri, suor Luzia ed io siamo andate nella casa di appoggio che gli indios hanno vicino all’ospedale, ma non siamo riuscite ad avere nessuno contatto, abbiamo sentito una netta separazione tra loro e la gente del paese; la preoccupazione del vescovo è che gli evangelici hanno invaso le loro aree e fanno un’evangelizzazione a modo loro, avendo in vista solo il dizimo. Ieri ho trovato un indios con il nipotino, che comunicavano nella loro lingua. Dobbiamo conoscere bene la situazione…
Suor Luzia ed io già abbiamo cominciato a conoscere le comunità “ribeirinhas”: più che il fiume, che per altro è bellissimo, e le esperienze delle barche così piccole in mezzo al grande fiume, quello che ci colpisce di più è il modo come loro vivono: quanta povertà! Ma quanta speranza, quanto desiderio di Dio! Io sono tornata molto triste di non avere portato niente, nessuna gomma per quei bambini: quanti bambini! Mi ha mosso la compassione al vedere la divisione dei “bejù”: la farina di tapioca, l’unica cosa della merenda, con un poco di caffè diviso in tre bicchieri per tutti. Al momento del pranzo non è stato diverso: pochi piatti e cucchiai per tutti, l’acqua per lavarli era l’acqua del fiume. Abbiamo mangiato riso, fagioli con un pò di pasta dentro, il pesce preso lì, scaldato con molto brodo e la farina, che in fondo è quello che li sostiene. Io ho condiviso il mio piatto con una bambina che si è attaccata alla mia medaglia, tanto è rimasta innamorata.
Carissime, questo è il Brasile che noi veramente non conosciamo. Mentre camminavo nella barchetta e toglievo anche l’acqua che entrava, perchè pioveva e il nostro barco stava con peso in più, pensavo a madre Ilia, a madre Carmelina, a suor Angelica e suor Gabriella, suor Cristina, suor Peppina, le prime missionarie… pensavo nel Dono di Dio e chiedevo al cielo di fare di noi, qui, vere missionarie di Gesù Eucaristia. Pensavo a tutte noi, con gli occhi in lacrime davanti alla semplicità e allegria di quella gente: la maggioranza di statura piccola, magra, senza denti… meravigliate a vederci, a toccarci.
La Parrocchia adesso vive la Festa del loro Patrono: Santo Antonio. Durante nove giorni le immagini del Santo ha percorso le strade della città e delle comunità ribeirinhas, di casa in casa. Ieri è stato il ritorno delle varie immagini e la Parrocchia era piena di cristiani con tanto fervore cantavano e partecipavano alla messa. Fra poco si comincierà la Trezena di Santo Antonio e il giorno 2 di agosto il famoso “Cirio”: una processione fluviale nel fiume Trombetas!
Durante la settimana scorsa sono rimaste con noi sei ragazze, tra cui quattro di loro già vogliono fare un cammino di discernimento vocazionale…Preghiamo il Signore che ci faccia crescere per portare avanti la gloria dell’Eucaristia a questa gente così bella.
Il Parroco, padre Arilson, è molto buono! Vero figlio di questa gente, vero evangelizzatore verbita, molto impegnato nell’evangelizzazione e nelle problematiche del popolo. Ha bisogno di molta preghiera. Ricordate anche voi di lui. Ogni martedì celebra a casa nostra l’Eucaristia e viene sempre tanta gente partecipare, dopo rimangono anche per il caffè.

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