L’esperienza natalizia di generosità e collaborazione, per la quale ringraziamo tutti[1], incoraggia la ripartenza del Girotondo della solidarietà in un momento storico molto delicato: tutti siamo in apprensione per la guerra in Europa e tutti protesi ad aiutare, in varie forme, i nostri fratelli ucraini.

Tuttavia, mentre in una parte del mondo si distrugge senza ritegno… vogliamo accendere un riflettore sulla regione amazzonica del Parà-Brasile, una zona povera, che, faticosamente, tenta di costruire infrastrutture per far crescere e progredire il popolo.

La nostra cultura, purtroppo, trascura il rispetto e la cura di ogni essere vivente fomentando l’uso e lo spreco con le conseguenze conosciute a vari livelli. Ne consegue un senso di frammentarietà, di insoddisfazione, di vuoto che spesso non sappiamo spiegare e gestire…

L’uomo, in un sistema che mercifica ogni cosa, è “declassato” da persona a consumatore, ingranaggio importante per far girare l’economia attraverso i suoi bisogni primari, ma anche quelli indotti. Purtroppo, o per fortuna, non tutto ha un prezzo e questo può essere un campanello d’allarme, di risveglio e di conversione…

Cedere alla logica del consumo può farci perdere la bussola, l’essenza di ciò che siamo…

E chi siamo? Siamo persone, non merce di scambio destinata ad esaurirsi; una unità di corpo e anima, non frammentarietà, eppure ci sentiamo nullità quando non rispondiamo con sollecitudine ai bisogni dello spirito che è in noi e che grida “Abbà, Padre!”: il Creatore, insito nell’uomo e nel creato, chiede spazio e respiro.

La chiesa Brasiliana lo ricorda quando si va ad insediare in mezzo al popolo, senza bisogno di cattedrali, ma solo con la presenza di Dio, Parola ed Eucaristia per sostenere le persone, corpo e anima. Così è avvenuto in Parà dove la chiesa è arrivata in un nuovo insediamento abitativo, denominato “Gesù Misericordioso”, nato su un’area della foresta amazzonica disboscata, alla periferia della città di Oriximinà, prima della municipalità e prima dell’acqua e della corrente ed è vicina alle famiglie che hanno tanti figli, ma non sempre il necessario per farli crescere.

Per questo motivo per la quaresima 2022, “Il Girotondo della Solidarietà”, animato dai ragazzi di #Bastaguardareilcielogroup e da noi suore Piccole Missionarie Eucaristiche, vuole aiutare la comunità di “Gesù Misericordioso” a completare la copertura di una struttura multifunzionale che servirà come punto di ritrovo, d’incontro, di formazione, di celebrazione e di preghiera.

Il centro multifunzionale, che vogliamo completare con il piccolo aiuto di tutti, potrà ancora meglio continuare a garantire un pasto caldo ai bambini e insegnare alle donne un po' di artigianato per guadagnarsi da vivere.

Il 14 aprile 2022, giovedì santo, ci ritroveremo nella chiesa di Santa Croce – in via Ilioneo, 96 – per restituire un po' del bene che abbiamo ricevuto dalla vita, portando in busta chiusa e anonima il piccolo grande aiuto che siamo riusciti a preparare.

Chi è lontano e vuole raggiungerci con il suo gesto di generosità può fare un bonifico sul                                                                c.c. IT71 W030 6909 6061 0000 0156 332 della nostra Associazione: Associazione PMEL Via Ilioneo, 106 - 80124 Bagnoli- Napoli. Codice Fiscale: 95244010633 - precisando nella causale: “Girotondo della Solidarietà 2022”.

Grazie anticipatamente a chi si unirà a questo girotondo di solidarietà perché con il proprio poco farà tanto per molti. Clicca sul link per vedere il video dell’iniziativa:

https://drive.google.com/file/d/1vEP3L5LS-pFWSlt89DeilpGVo8UJaFIa/view?usp=sharing

Nel 45° anniversario della morte di madre Ilia Corsaro la ricordiamo con la preghiera dei Vespri mercoledì 23 marzo 2022 alle ore 18,00 nella Chiesa di Santa croce. La celebrazione dei Vespri sarà presieduta da don Franco Bartolinio e aperta a quanti desiderano pregare e invocare l'intercessione di Madre Ilia per la pace in ucraina e nel mondo.

Il primo giorno dell'anno si apre con una grande novità: quelli che vengono considerati i più lontani, per il Vangelo sono i più vicini a Dio! Questa è la buona notizia che Luca ci riporta nel brano della visita dei pastori. Scrive Luca che “andarono senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia; e dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro”. I pastori fanno qualcosa che noi forse abbiamo abbandonato da tempo: si mettono alla ricerca di Gesù! E Lo trovano alla fine di questa ricerca.

L'angelo aveva loro annunziato una grande gioia: per loro era nato il Messia. I pastori, lo sappiamo, non erano i personaggi romantici che oggi riempiono i nostri presepi ma erano considerati lontani da Dio perché vivevano in uno stato continuo di impurità. Il Messia, alla sua venuta, avrebbe dovuto eliminare innanzitutto i pastori in quanto peccatori. Ebbene essi vengono avvolti dalla luce del Signore. C'è qualcosa di nuovo, qualcosa di inaudito in quello che viene detto: è lo scandalo della misericordia che sarà il filo conduttore di tutto il Vangelo di Luca. L'amore è un regalo dato a tutti non un premio per i buoni: nessuno è escluso dall'amore di Dio! Nessuno!

“Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori”. Anche Maria è sconcertata di fronte a questa novità, ma lei non la rifiuta. Cerca di capire il vero senso: “Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore”, letteralmente cercandone il vero senso”. Maria intuisce che dietro quell'annuncio dei pastori c'è tutta la novità di quel figlio che ha tra le braccia.

Oggi è giorno di auguri, ma gli auguri più belli per questo nuovo anno, ovviamente, ce li fa Dio! “Il Signore parlò a Mosè, ad Aronne, ai suoi figli e disse: Voi benedirete i vostri fratelli”. All'inizio di quest'anno, per prima cosa dice Dio, beneditevi a vicenda, benedite tutti, che lo meritino o no perché io vi benedico tutti che ve lo meritiate oppure no. Dio ci raggiunge non proclamando dogmi o impartendo divieti, ma benedicendo e chiede anche a noi di benedire uomini e storie.

Come Maria, durante quest'anno, siamo chiamati a meditare la nostra storia, scovare la presenza di Dio negli eventi che segneranno il tempo che ci sarà donato. Possiamo raccogliere tutti i desideri e le paure che ci riempiono il cuore e lasciarli nelle Sue mani. Non c'è posto più sicuro. Garantito!

                                                                                              don Franco Bartolino

L’evangelista Luca è il primo a collocare la nascita di Gesù all'interno della storia universale e da quel giorno nessuno può più accusare Dio di godersi l'immensità dei cieli, perché Dio è cosi innamorato dell'uomo da diventare uno di noi. In fondo avrebbe potuto scegliere mille altri modi per raccontarsi, infatti la nostra carne è stata scelta da Dio come luogo per rivelarsi. In un mondo dove l'uomo si sente intoccabile, Dio sceglie di farsi toccare e tra le infinite possibilità Dio sceglie una piccola adolescente e un giovane carpentiere. Sceglie una città sconosciuta e una stalla. È così che Dio viene ad abitare tra gli uomini. Avrebbe potuto certamente scegliere di meglio. Chi ha creato dal nulla l'Universo, ha bisogno di una ragazzina per sopravvivere. Sì, Dio è così. Se vogliamo comprendere fino in fondo cosa è realmente accaduto quella notte, dobbiamo eliminare il superfluo con la quale abbiamo avvolto il Natale. Altro che festa dei buoni sentimenti, altro che festa per i bambini. Un bambino che nasce solo, in mezzo a una strada e nell'indifferenza del mondo.

Chissà quante volte ci siamo soffermati a guardare un presepe. E cosa abbiamo notato? Vari personaggi, ognuno intento nel suo lavoro: il panettiere, il pescivendolo, la lavandaia, i pastori, la grotta e l'immancabile cometa e molto altro. Io però osservo sempre una cosa: tranne Maria e Giuseppe quasi mai nessuno è rivolto verso il bambino, ognuno indaffarato nei suoi lavori. A volte penso che sia andata proprio così. La nascita di Gesù è avvenuta nella totale indifferenza, proprio come oggi. Ognuno corre per la sua strada, bada alle sue cose, si lamenta per il lavoro, se la prende con i politici, prepara il menù per i giorni di festa, spera di trascorrere alcuni giorni di riposo. E Dio è lì, in quella culla improvvisata.

Gesù è nato e continua a nascere nell'indifferenza dell'uomo. Eppure, da quel giorno in cui Dio ha varcato la soglia del tempo, tutto è cambiato, nulla è come prima. La storia non sarà più la stessa infatti il Suo primo vagito ha segnato l'inizio della nostra era, siamo nel “dopo Cristo”, è Lui che fa la differenza. Luca non sta commemorando un ricordo, ma celebrando una profezia. Da quella notte il senso della storia ha cambiato direzione: non dobbiamo più sforzarci di raggiungere Dio perché è Lui che è venuto incontro. Dio sceglie il punto più basso perché nessun uomo sia più in basso. E se lo rifiutiamo? Viene e ci abbraccia lo stesso perché Lui non teme nessuna stalla.

Quanta fede ha avuto Dio affidando suo Figlio nelle mani di una giovane adolescente. Dio ha avuto fede in Maria perché ha fede in ognuno di noi. A volte mi chiedo: ma perché Dio ha scelto di incarnarsi? Non poteva godersi la sua immensità? L'ha fatto solo per amore! Cristo nasce perché io rinasca; non dimentichiamolo mai: per Dio noi siamo tutti figli unici, amati, cercati, voluti.

Ed infine è bello sapere che nasce per tutti. Per chi l'ha atteso e per chi non ne vuol sapere. Per chi lo sente vicino, perché come Lui abita la periferia della storia e per chi lo sente lontano, lassù nei cieli. Per chi sta cercando di fare un passo verso di Lui e per chi non riesce a vedere che Lui ne ha già fatti cento nella sua direzione. Per chi è nella gioia e per chi, dopo anni, farà Natale senza genitori, senza marito, senza moglie, senza figli, senza consorelle. Per chi vive in solitudine i periodi di festa e per chi finalmente stringe tra le braccia una persona attesa.

Dio si fa toccare perché stanco di essere frainteso e ha scelto quest’oggi ancora una volta nel giorno del suo Natale di raccontarsi.

                                                                                          don Franco Bartolino

Alzatevi  e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”. ( Lc. 21,28)                           

Carissime sorelle,

       nel ciclo dell’anno liturgico, l’avvento inaugura un nuovo anno, tempo favorevole, tempo di attesa che consente al cuore di prepararsi all’incontro con l’ “Atteso”. Tempo di avvento…tempo in cui Dio, pazientemente, trasforma il nostro cuore perché sappiamo riconoscere i segni della sua venuta: i passi del suo approssimarsi, la musica della sua vicinanza.

       Dio viene verso di noi, a noi l’impegno di andare verso di Lui, con un cammino spirituale fatto di preghiera, di misericordia, di accoglienza incondizionata dell’altro…dello straniero, del lontano, del povero, …del mio fratello, incarnato nel piccolo Bambino di Betlemme.

       Stiamo vivendo un momento storico carico di segni che suscitano paura, tensione, ansia per  un futuro incerto…problemi ambientali, nuove povertà, guerre, ritorno a “muri di difesa” che dividono gli uomini, “fratelli”  nell’ umanità.. Su tutto questo risuona, quanto mai attuale, l’invito dell’evangelista Luca, nel vangelo di questa prima domenica di Avvento... “Alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”. (Lc. 21,28)    

        Sì, la nostra liberazione è vicina, se grande è il nostro desiderio di essere liberati ed è il profeta Geremia ad indicarci la modalità: lo spuntare di “un germoglio” (Ger. 33,15), solo un germoglio, piccolo e fragile, che nei grandi sconvolgimenti testimonia la speranza nella vita, rinnovando il desiderio di vivere. Scopriamo attorno a noi i germogli, circondiamoli di amorevole cura, perché portino novità di vita…e siamo anche noi germogli teneri, nati dal cuore di Cristo, testimoni di speranza, profeti del Regno.

     “ Vegliate e pregate in ogni momento…” ( Lc. 21,36). L’attesa è fatta di veglia, vigilare come sentinelle, con la lampada della fede sempre accesa per essere pronti a scorgere una presenza che irrompe nella nostra storia, quale risposta al nostro desiderio di amore.

  Ascoltiamo M.Ilia…: “Oggi comincia la novena dell’Immacolata ed anche il tempo dell’Avvento: tempo di purezza e di mortificazione, ci dobbiamo preparare a ricevere il Bimbo Celeste, a custodirlo nell’anima nostra, ad offrirgli, in cambio della fredda grotta di Betlemme il caldo del nostro cuore, vinto dal Suo Amore”. (Lampade viventi pag. 60)

      Alziamoci, con coraggio, dalle nostre paure, dal nostro scoraggiamento, dalla nostra poca fede e leviamo il capo, alziamo lo sguardo, scorgiamo i segni della sua presenza…luce che squarcia le nostre tenebre, tenerezza infinita che libera da ogni male.

       “ Vieni, Signore Gesù, maranatha!”

                                                                                                                             Il Signore ci benedica

                                                                                                                                   Suor Patrizia

       Bagnoli, 27/11/2021

( Primi vespri della I domenica di Avvento)

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Nel nostro nome "Piccole Missionarie Eucaristiche" è sintetizzato il dono di Dio alla Congregazione. Piccole perchè tutto l'insegnamento di Madre Ilia sarà sempre un invito di umiltà, alla minorità come condizione privilegiata per ascoltare Dio e gli uomini.
80124 Bagnoli, Napoli
[+39] 0815702809

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