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Pubblichiamo la letera per l'Avvento della superiora generale, suor Patrizia Coppola:
Carissime sorelle,
siamo entrate nel tempo di avvento: tempo di attesa, tempo in cui interrogarsi sulle nostre speranze, tempo di rinnovare nel cuore il grande desiderio della santità, della comunione con Dio e con i fratelli. Più desideriamo Dio, più lo attendiamo nella nostra vita e più Egli viene a riempirla e a trasformarla con la sua Parola, la sua presenza, la sua azione vivificante.
Si apre il nuovo anno liturgico, anno B, dedicato al vangelo di Marco, che ci condurrà di domenica in domenica a scoprire il “Cristo, Figlio di Dio” (Mc 1,1).
“State pronti…vegliate…vigilate…sperate…non addormentatevi…”. (Mc 13,33-37)
Nel Vangelo di questa prima domenica di avvento appare per ben quattro volte il comando di vegliare, come condizione necessaria per incontrare il Signore. Vigilanza attenta e operosa…non si può aspettare oziosi, ma con un atteggiamento vigile e responsabile, cogliendo nel quotidiano e nell’incontro con l’altro, nel povero, nel bisognoso, nel forestiero e nella sorella che mi vive accanto. i segni della presenza del Signore che viene
La speranza, la pazienza, la vigilanza, l’accoglienza gioiosa sono gli atteggiamenti con cui dobbiamo prepararci all’incontro quotidiano e definitivo con il Signore che viene.
“Tu, Signore, tu sei nostro padre…” (Is 63,16-17; 64,1. 3-7), con la consapevolezza di aver vagato lontano dal Signore (v.17), di aver peccato, di essere stati ribelli (v.4) Isaia si apre con umile fiducia a Dio, in una preghiera appassionata. Il profeta ha il coraggio di gridare la sua speranza al Signore, Padre e Redentore e lo invita a “ritornare” per amore dei suoi servi (v.17).
Sorelle carissime, in questo tempo di guerra spietata in più luoghi della terra, della violenza nelle relazioni di coppia, della distruzione della “casa comune”, come il profeta Isaia gridiamo al Signore, supplicandolo che “ritorni” come “Principe della pace” (Is 9,5), come luce che rischiara le tenebre. Facciamoci strumenti di pace fra noi e attorno a noi, con l’impegno quotidiano della preghiera, dell’offerta, del sacrificio.
Ci sia modello la Vergine Maria, icona dell’avvento, che ha vissuto di fede, di speranza e di carità e ha custodito tutto nel suo cuore, impariamo da lei a custodire gioie e dolori, fatiche ed entusiasmi.
Sia la nostra vita un bel canto di attesa: Maranatha. Vieni Signore Gesù!
Il Signore ci benedica
Sr. Patrizia
Bagnoli, 2 dicembre ’23
(primi vespri della I domenica di Avvento