Dio è entrato nella storia. Da quel giorno nessuno potrà più accusarlo di essere nei cieli, lontano perché Lui è qui, presente, in mezzo a noi. Mi stupisce e mi affascina questo Dio così innamorato di noi da diventare uno di noi per rivelarsi e farsi conoscere. Avrebbe potuto scegliere mille altri modi per mostrarsi vicino all'uomo e invece sceglie di abitare la nostra carne e trasfigurarla.
Sceglie Betlemme, una stalla ed è così che l'Eterno entra dentro la nostra storia e viene ad abitare tra gli uomini. L'immensità che neppure i cieli possono abbracciare, è stretta tra le braccia tremanti di una giovanissima adolescente. Se vogliamo comprendere fino in fondo il Natale, dobbiamo eliminare tutte le scorie che abbiamo appiccicato a questa festa. E allora ben venga questo Natale strano, insolito, molto simile a quel primo Natale. In fondo se ci pensiamo bene anche allora c'era ben poco da festeggiare. Un bambino che nasce solo, in messo ad una strada e nell'indifferenza del mondo.
Il Natale da sempre conserva un velo di tristezza perché è il racconto di un Dio che si fa uomo nell'indifferenza degli uomini. Certo, ci deve essere spazio per la gioia e la dolcezza, ma Natale non è solo questo. Questo Natale un po' strano ci ricorda forse, finalmente, che questa festa, tutta questa attesa è per Lui! Per quel bimbo indifeso che deve essere nutrito al seno della madre, cambiato, coccolato e curato.
A Natale non celebriamo un ricordo, ma una profezia. Natale non è una festa sentimentale, né tantomeno la festa della bontà ma il giudizio sul mondo. Da quella notte il senso della storia ha cambiato direzione: non dobbiamo più sforzarci di raggiungere Dio perché è Lui che ci viene incontro.
Allora buon Natale! Dio stanco di essere frainteso, quest’oggi ha scelto di raccontarsi.
don Franco Bartolino
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