L’evangelista Luca è il primo a collocare la nascita di Gesù all'interno della storia universale e da quel giorno nessuno può più accusare Dio di godersi l'immensità dei cieli, perché Dio è cosi innamorato dell'uomo da diventare uno di noi. In fondo avrebbe potuto scegliere mille altri modi per raccontarsi, infatti la nostra carne è stata scelta da Dio come luogo per rivelarsi. In un mondo dove l'uomo si sente intoccabile, Dio sceglie di farsi toccare e tra le infinite possibilità Dio sceglie una piccola adolescente e un giovane carpentiere. Sceglie una città sconosciuta e una stalla. È così che Dio viene ad abitare tra gli uomini. Avrebbe potuto certamente scegliere di meglio. Chi ha creato dal nulla l'Universo, ha bisogno di una ragazzina per sopravvivere. Sì, Dio è così. Se vogliamo comprendere fino in fondo cosa è realmente accaduto quella notte, dobbiamo eliminare il superfluo con la quale abbiamo avvolto il Natale. Altro che festa dei buoni sentimenti, altro che festa per i bambini. Un bambino che nasce solo, in mezzo a una strada e nell'indifferenza del mondo.
Chissà quante volte ci siamo soffermati a guardare un presepe. E cosa abbiamo notato? Vari personaggi, ognuno intento nel suo lavoro: il panettiere, il pescivendolo, la lavandaia, i pastori, la grotta e l'immancabile cometa e molto altro. Io però osservo sempre una cosa: tranne Maria e Giuseppe quasi mai nessuno è rivolto verso il bambino, ognuno indaffarato nei suoi lavori. A volte penso che sia andata proprio così. La nascita di Gesù è avvenuta nella totale indifferenza, proprio come oggi. Ognuno corre per la sua strada, bada alle sue cose, si lamenta per il lavoro, se la prende con i politici, prepara il menù per i giorni di festa, spera di trascorrere alcuni giorni di riposo. E Dio è lì, in quella culla improvvisata.
Gesù è nato e continua a nascere nell'indifferenza dell'uomo. Eppure, da quel giorno in cui Dio ha varcato la soglia del tempo, tutto è cambiato, nulla è come prima. La storia non sarà più la stessa infatti il Suo primo vagito ha segnato l'inizio della nostra era, siamo nel “dopo Cristo”, è Lui che fa la differenza. Luca non sta commemorando un ricordo, ma celebrando una profezia. Da quella notte il senso della storia ha cambiato direzione: non dobbiamo più sforzarci di raggiungere Dio perché è Lui che è venuto incontro. Dio sceglie il punto più basso perché nessun uomo sia più in basso. E se lo rifiutiamo? Viene e ci abbraccia lo stesso perché Lui non teme nessuna stalla.
Quanta fede ha avuto Dio affidando suo Figlio nelle mani di una giovane adolescente. Dio ha avuto fede in Maria perché ha fede in ognuno di noi. A volte mi chiedo: ma perché Dio ha scelto di incarnarsi? Non poteva godersi la sua immensità? L'ha fatto solo per amore! Cristo nasce perché io rinasca; non dimentichiamolo mai: per Dio noi siamo tutti figli unici, amati, cercati, voluti.
Ed infine è bello sapere che nasce per tutti. Per chi l'ha atteso e per chi non ne vuol sapere. Per chi lo sente vicino, perché come Lui abita la periferia della storia e per chi lo sente lontano, lassù nei cieli. Per chi sta cercando di fare un passo verso di Lui e per chi non riesce a vedere che Lui ne ha già fatti cento nella sua direzione. Per chi è nella gioia e per chi, dopo anni, farà Natale senza genitori, senza marito, senza moglie, senza figli, senza consorelle. Per chi vive in solitudine i periodi di festa e per chi finalmente stringe tra le braccia una persona attesa.
Dio si fa toccare perché stanco di essere frainteso e ha scelto quest’oggi ancora una volta nel giorno del suo Natale di raccontarsi.
don Franco Bartolino
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