È la festa liturgica di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo, un titolo che forse può sembrare anacronistico eppure, se ci pensiamo, è il motivo per cui hanno ucciso Gesù, infatti c'era scritto sulla croce!
Parafrasando una pubblicità di qualche tempo fa, possiamo dire che “il nostro Re è differente”. È un Re talmente potente da lavare i piedi ai suoi discepoli e dare un boccone a chi lo stava per consegnare nelle mani dei suoi assassini. Facciamo fatica a seguire un Dio che rivela la sua regalità nell'amore, nel servire e non nella pretesa d'essere servito. Facciamo fatica, in fondo, perché l'idea di un Dio onnipotente, che amministra in maniera autoritaria la sua giustizia, è una distorsione mentale che continuiamo a portarci dentro mentre il nostro Dio è onnipotente solo nell'amore! Insomma il nostro Re non pretende nulla ma semplicemente mi ama di un amore folle perché lui è il Re dei perdenti, dei malati, degli ultimi, dei sofferenti. Il nostro Re è differente dagli altri re perché sa che l'amore o va fino all'estremo o non è amore.
«Dunque, tu sei re?» chiede Pilato a Gesù. Si caro Pilato, Lui è Re ma di un altro mondo. Il suo regno cambierà questo mondo. È uno strano Re Gesù che ha varcato solo una volta la soglia di una reggia ma per essere condannato a morte. I Re promulgano tante leggi, lui una sola: amatevi. Da qui però derivano due conseguenze. La prima è che se Gesù di Nazareth è davvero il nostro Re, lo dimostreremo una volta usciti dalle nostre chiese, donando un sorriso a chi incontreremo, stando vicino un malato, attento a chi ha bisogno in famiglia, a casa, a lavoro, a scuola, al mercato.
La seconda conseguenza è che se Gesù di Nazareth è il nostro Re allora noi siamo figli di un Re! Allora non siamo dei poveri sudditi che dobbiamo obbedire facendo penitenze e sacrifici per attrarre la sua benevolenza. Noi siamo la perla preziosa che è venuta a cercare. Siamo amati alla follia, perché siamo suoi figli. Se siamo figli del Re allora il potere, tra noi, sarà sempre e solo servizio e lo stile sarà sempre e solo all'insegna dell'amore. Se siamo figli del Re allora sappiamo che la storia finirà bene, finirà tra le braccia di Dio.
Fissiamo lo sguardo sulla croce, lasciamo spazio allo stupore e chiediamoci: davvero lo vogliamo un Dio così?
don Franco Bartolino
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