Il Vangelo di oggi riporta la straordinaria pagina delle beatitudini. Questo seguito di annunci che cominciano tutti con la stessa parola: “beati” o meglio “felici”, ha avuto sempre il potere di toccare nel profondo il cuore dell’uomo, proprio perché la felicità rimane la sua aspirazione più profonda e non potendola completamente raggiungere, la desidera ardentemente. Proprio con le beatitudini Gesù ci fa comprendere che questa felicità comincia quaggiù.

Dio non attende lo stato celeste per donarsi all’uomo. Offre già il suo amore a coloro che vivono sulla terra. La prima verità che bisogna cogliere dalle beatitudini è che la felicità discende da Dio; non vi è altra sorgente di felicità. Noi non avremmo certo sottoscritto nessuna delle beatitudini così come ci sono state proposte. Avremmo, invece, suggerito, con un po’ di presunzione, che, per essere felici, occorrono diverse cose e subito.

Eppure le beatitudini sono un’autobiografia di Gesù, l’uomo della pace. Chi lo segue su questa strada, pone i segni del mondo nuovo che egli è venuto a inaugurare. Ma non è una nuova legge. E’ il cuore nuovo, promesso dai profeti. Proclamando le vere beatitudini, egli attira l’attenzione sulla vanità delle false beatitudini e invita l’umanità a riflettere sul genere di felicità che persegue. La felicità che infonde Gesù non danneggia nessuno.

E’ una forza dall’alto che carica di significato e di luce la vita umana. Nella misura in cui ci apriamo alla grazia, possiamo comprendere il senso delle beatitudini enunciate da Gesù e viverle in unione con lui.

Egli vede la numerosa folla, ma la parola è rivolta ai suoi discepoli, a coloro cioè che lo seguono e desiderano seguirlo fino alla fine. Le beatitudini sono la legge del discepolato; chi non è discepolo del Signore non può né viverle, né comprenderle, perché sono troppo alte per la sua mente; i suoi pensieri si perdono in esse.

 Quando si sceglie di seguire Gesù veramente, si entra in una condizione di reale povertà, poiché bisogna consegnare la propria volontà a Lui e camminare sulle vie del Regno; chi sceglie di seguire Gesù non può essere più intento alle cose di questo mondo; quando non c’è una povertà reale, una totale consegna della nostra vita nelle sue mani è segno che ancora non siamo suoi discepoli.

                                                                                     sr Annafranca Romano

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