«Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia» (cfr. Mt 17,1-9).
Forse è proprio questa la richiesta che questa Festa di oggi ci invita a chiedere a Dio: la gioia di essere alla Sua presenza, di contemplare la Storia e la “nostra” storia per gustare la fedeltà di Dio, che inoltre sempre si presenta come il Dio dei vivi (Mosè ed Elia), il Dio che accompagna la vita e la storia (passato, presente e futuro), coinvolgendo tutto e tutti nell’Economia della salvezza: «mille migliaia lo servivano e diecimila miriadi lo assistevano» (cfr. Dn 7,9-10.13-14).
Ma non si tratta solo di esseri meravigliosi, visioni straordinarie, Lui coinvolge il nostro quotidiano, così come siamo: «Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro… Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».
Forse dobbiamo imparare la lezione che il Vangelo oggi ci dà, perché solo se guardiamo la Storia “nella Presenza del Signore e a partire dalla Sua Vita” riusciremo a contemplare la luminosità della nostra esistenza, personale e collettiva, la sicurezza che ci dona quando siamo coperti con la Sua ombra, la certezza che siamo coinvolti da sempre e per sempre in quella figliolanza divina e quindi, siamo oggetti dell’amore infinito ed eterno del Padre.
Esperienza solo da alcuni privilegiati? No, ma chiamata per tutti. Ecco perché “non è bello ‘rimanere lassù’, ma scendere, assumendo la Croce di Gesù e le nostre, per coinvolgere anche gli altri nella stessa esperienza di essere amati, chiamati a salire sul monte della Trasfigurazione, per ritrovarci come uomini nuovi, donne nuove, uomini e donne della Parola ascoltata, contemplata, condivisa.
«Carissimi, vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole artificiosamente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza. Egli infatti ricevette onore e gloria da Dio Padre, quando giunse a lui questa voce dalla maestosa gloria: «Questi è il Figlio mio, l'amato, nel quale ho posto il mio compiacimento». Questa voce noi l'abbiamo udita discendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte.
E abbiamo anche, solidissima, la parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l'attenzione come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e non sorga nei vostri cuori la stella del mattino» (2Pt 1,16-19).
suor Maria Aparecida Da Silva
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