Finché è il “comando centrale” che ti lascia solo, o perché non si preoccupa del tuo benessere e della tua salute, te la puoi anche prendere, ma alla fine ti rassegni, e se non lo accetti, quanto meno lo sopporti. Finché è il tuo gruppo di amici che ti lascia solo, o perché sei uno poco affabile, o perché sei ritenuto un po' sfortunato, te la puoi anche prendere, ma alla fine ti rassegni, e se non lo accetti, quanto meno lo sopporti. Finché sono i tuoi più stretti collaboratori che ti lasciano solo, o perché hanno problemi in casa e non hanno più tempo da dedicare agli interessi comuni, la puoi anche prendere, ci rimarrai anche male, e se non lo accetti, quanto meno lo sopporti. Finché sono i tuoi superiori che ti lasciano solo, perché hanno molte cose da pensare più urgenti o più drammatiche delle tue, ma alla fine ti rassegni, e se non lo accetti, quanto meno lo sopporti. Finché è la tua famiglia che ti lascia solo, perché l'altra vita li chiama a sé, o più semplicemente perché tu o loro avete fatto delle scelte di vita che non sono più compatibili ma alla fine ti rassegni, e se non lo accetti, quanto meno lo sopporti. Finché sei tu stesso a lasciarti da solo, quando il tuo corpo e la tua mente non reagiscono più ai tuoi stimoli e alle tue intenzioni, ma alla fine ti rassegni, e se non lo accetti, quanto meno lo sopporti.
Quando però non è la società, né gli amici, né la tua famiglia, né te stesso, né i tuoi collaboratori, né i tuoi superiori a lasciarti solo, ma è lo stesso Dio, in persona, allora le cose cambiano: te la prendi comunque, forse anche di più ti sentirai lacerare dento dalla sofferenza, soprattutto se credi in lui, ti sentirai quasi tradito ma non puoi rassegnarti, perché un Dio che abbandona i suoi figli è inaccettabile. Come sarebbe a dire che non solo ti molla lì nel deserto: ti butta dentro e lo fa con violenza, così come faceva quando con violenza cacciava i demoni dai posseduti o come cacciò i mercanti dal tempio. Altro che vita, nel deserto c'è solo morte, c'è solo fame e sete e tutto questo non solo tollerato e magari fossimo soli: ci ritroviamo lì con la peggiore delle compagnie, con satana che ci tenta, che tenta di farci ritornare indietro sapendo che non ce la possiamo fare, che tenta di farci capire che Dio non è poi proprio così padre e che cerca di farci cambiare idea sulla vita perché il suo scopo è di farci credere che nel deserto Dio non c'è, che ci ha piantato lì e si è dimenticato di noi, e quindi non possiamo che affidarci al potere tentatore delle sue proposte. Chi è con noi, quando Dio ci abbandona e ci sentiamo soli?
Per la verità, qualcuno al nostro servizio c'è anche nel deserto: gli angeli. Quando qualcuno con una parola dolce, con un gesto affettuoso, con una carezza, con una mano che stringe la nostra, con un semplice sguardo, si avvicina e ci fa capire che Dio non se n'è andato: ci ha buttato nel deserto per farci capire che neppure nella peggiore delle arsure lui ci lascia senz'acqua; che neppure nella peggiore della scarsità lui ci lascia senza cibo; che neppure nella peggiore delle solitudini lui ci lascia soli. Manda i suoi angeli, per servirci, e soprattutto per farci capire che lui c'è, anche nel deserto. Certo, non è facile né da capire né tantomeno da avvertire, la sua presenza nel deserto: ma non dobbiamo lasciarci sfuggire l'occasione per farlo, perché il tempo è scaduto, il Regno di Dio è vicino, occorre cambiare la nostra mentalità riguardo a un Dio che riteniamo assente e silenzioso, e iniziare a credere nel Vangelo.
La Quaresima ci dà una mano a ricreare quell'alleanza che Dio fece con Noè dopo il diluvio, e che noi siamo continuamente tentati di infrangere per via del nostro desiderio di indipendenza e di onnipotenza. Del resto, sia pur con tutte le grandi capacità scientifiche e con le grandi innovazioni che oggi ci vengono offerte da questa famigerata “intelligenza artificiale”, capace di riprodurre qualsiasi cosa, foss'anche un enorme arcobaleno in cielo, non dimentichiamoci che il primo “arco sulle nubi”, segno dell'alleanza ritrovata tra il cielo e la terra, non lo ha dipinto un algoritmo cioè un procedimento matematico, bensì - per dirla con il Sommo Poeta - “l'Amor che move il sole e l'altre stelle” che in questa Quaresima sarà il caso di andare a riscoprire.
don Franco Bartolino
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