«In quei giorni, Dio pronunciò tutte queste parole: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d'Egitto, dalla condizione servile: Non avrai altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra» (Es 20,1-17)

Ecco la grande sfida dell’essere umano, chissà soprattutto dell’uomo del Terzo Millennio: “Non avrai altri dei…. Non farai idolo né immagine….”. Questo ordine del Signore al popolo di Israele e attraverso di loro a tutti i popoli, non è una sostituzione della schiavitù vissuta sotto il Dominio degli Egiziani, ma il segreto della vera libertà, di un vissuto che porta all’ordine, alla giustizia, alla pace e fraternità. Gli altri dei costruite da mano degli uomini non liberano, la Storia di tutti i tempi lo ha dimostrato e continua a dimostrarlo. L’immagine da essere rispettata e amata è solo l’immagine di Dio presente ad ogni essere umano, appunto creato(a) a Immagine di Dio.

Quanta fatica per capire questa verità che è davanti ai nostri occhi!

Ecco perché l’annuncio della Chiesa costituisce sempre uno scandalo per il mondo:

«Fratelli, mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio. Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini» (1Cor 1,22-25).

La Chiesa è e continua a testimoniare e ad annunciare che Dio è folle di amore perché Cristo è Presente nell’Umanità soffrendo e morendo in ogni uomo o donna che vengono uccisi, maltrattati, oltraggiati, diminuiti nella loro dignità. In Cristo, che ogni giorno si dà nell’Eucaristia in ogni altare del mondo, Dio continua a perdonare e credere nell’essere umano, perché è questa immagine da essere riscattata, purificata, salvata. Ecco lo scandalo quotidiano dell’Amore: l’unica debolezza di Dio. Ed è proprio qui che ritroviamo Gesù, che con ragione, prende la frusta, perché non può sopportare di vedere a che cosa riduciamo sia il culto rivolto a Dio, usato per gli interessi di guadagno e per opprimere, sia il tempio dell’altro, fratello, fatto a immagine di Dio, dimora dello Spirito, figlio nel Figlio.«Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà» ( cfr.Gv 2,13-25).

 Vieni Gesù, tu che conosci quello che c’è in ogni uomo, prendi la frusta, libera l’uomo degli idoli, delle sfumature, dei trucchi, delle maschere in cui ci troviamo. Rivestici dalla tua Immagine, Signore Risorto, e cammina con noi nella direzione della Pasqua eterna. Amen.

                                                                                                                                         suor Maria Aparecida Da Silva

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