Giunti esattamente a metà del Tempo Ordinario, il Vangelo di Marco lascia il posto, per alcune domeniche, al Vangelo di Giovanni e al discorso sul Pane di Vita, come conseguenza del miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci narrato questa domenica. Il capitolo 6 del Vangelo di Giovanni a ragione è considerato da molti studiosi come il testo in cui viene narrata l'istituzione dell'Eucaristia secondo il discepolo prediletto, che invece nell'Ultima Cena si concentra sul gesto della “lavanda dei piedi”. In questo brano ci sono diversi elementi che ci portano a pensare a una narrazione anticipata dell'istituzione del Sacramento dell'Eucaristia: la prossimità della Pasqua, la presentazione delle umili offerte da parte dell'assemblea, i gesti del sedersi e alzarsi tipici di un gesto liturgico, la benedizione pronunciata da Gesù sui doni, la distribuzione ai presenti, la conservazione di ciò che avanza “perché nulla vada perduto”... sono tutti elementi che ci parlano in maniera inequivocabile della liturgia eucaristica.
Ma c'è qualcos'altro che sempre mi colpisce di questo brano, ed è la figura del ragazzo che ha con sé i suoi cinque pani d'orzo e i due pesci, che a sua insaputa diventa il protagonista di quanto sta per avvenire. Egli non si rende conto del fatto che il suo povero spuntino, sarebbe divenuto il più conosciuto della storia; e ancor meno, i discepoli potevano immaginare altra soluzione al problema di sfamare la folla se non quello di un calcolo economico. Un calcolo improbabile, visto che avere duecento denari voleva dire avere a disposizione il corrispondente del fabbisogno giornaliero di duecento persone. Ma lì si stava parlando di cinquemila persone. Qualcuno che già “sapeva quello che stava per compiere” in realtà c'era, e sapeva bene che la soluzione non era quella di affidarsi al capitale economico a disposizione, ma alla condivisione di quanto ognuno possedeva, tanto o poco che fosse, purché equamente ridistribuito. Gesù non era certo un economista ma una soluzione alla fame del mondo l'avrebbe trovata forse proprio attraverso il concetto dell'equa ridistribuzione di ciò che ognuno ha disposizione.
Avere tanto o avere poco: con Dio, non è questo ciò che conta; conta il solo fatto di sapere che nessun uomo è inutile. Conta il fatto di essere ben coscienti che ognuno di noi è chiamato a fare la propria parte perché “ognuno possa ricevere un pezzo” di pane. Ma soprattutto, questo brano ci vuole aiutare a comprendere che ognuno di noi ha qualcosa da offrire agli altri. La logica del Vangelo, forse, è proprio questa: anche il più piccolo, nel Regno di Dio, vale quanto i grandi della storia. E quello che agli occhi degli uomini è considerato un nulla - i cinque pani e due pesci per cinquemila persone - agli occhi di Dio vale più di qualsiasi cosa comprata a suon di quattrini.
Stiamo ben attenti, ogni volta che ci permettiamo di giudicare la validità delle persone dal loro aspetto, dai loro comportamenti o dal loro passato, perché Dio sconfigge la forza di un potente esercito nemico con la bella faccina di un ragazzino come Davide; Dio fa di un corrotto esattore delle tasse un redattore del suo Vangelo; Dio è un Padre che abbraccia nuovamente un figlio di ritorno da un viaggio tutt'altro che di affari leciti e redditizi, e con il suo amore gli trasforma la vita; Dio scopre la fede più grande d'Israele nel cuore di un centurione romano - un extracomunitario, diremmo oggi -; Dio fa entrare la sua salvezza nella casa del capo dei pubblicani e degli strozzini della città solo chiamandolo per nome ed esortandolo a scendere dalla pianta su cui si era arrampicato per nascondersi. “Ma quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono”, scriveva Paolo ai cristiani di Corinto. E allora, ben venga la pochezza di cinque pani e due pesci: perché anche se agli occhi del mondo vale un nulla, la potenza dell'amore di Dio e la logica della condivisione sanno trasformarla in abbondanza di vita per l'umanità.
don Franco Bartolino
Informativa sulla privacy