Abbiamo contemplato la sua gloria, come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.
Dal Vangelo secondo Giovanni
«In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l'hanno vinta.
Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome, ai quali, non da sangue né da volere di carne
né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità» (Gv 1,1-5.9-14).
Con gli occhi spalancati e il cuore pieno di stupore, ancora una volta i nostri sensi si aprono alla pagina più solenne della Sacra Scrittura. Con poche pennellate Giovanni ci rivela il grande Mistero di Dio, dell’Universo, della Storia della Salvezza! Tra le righe sta la libertà di un Dio che ama e perché ama, crea, ricrea, salva… genera e rigenera… in un inno quotidiano e eterno della Sua Sapienza
«La sapienza fa il proprio elogio, in Dio trova il proprio vanto, in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria.
Nell'assemblea dell'Altissimo apre la bocca, dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria, in mezzo al suo popolo viene esaltata, nella santa assemblea viene ammirata, nella moltitudine degli eletti trova la sua lode
e tra i benedetti è benedetta» (cfr Sir 24,1-4.12-16).
Ma nella danza ritmica del chiaro-scuro sta anche la libertà umana, con il potere di decidere la propria sorte, con la capacità di dire sì o no alla propria salvezza mettendo in gioco la propria libertà e quella degli altri; la libertà di chiudersi alla grazia donataci da e in Cristo. Giovanni non nega questo grande drama della libertà umana, non nasconde la grande responsabilità che ogni uomo, ogni donna ha davanti a sé, davanti alla propria coscienza e davanti alla Storia…ma continuamente fa intravvedere la Luce, che illumina ogni uomo, che rege l’Universo, che ha messo la sua tenda in mezzo a noi. Ecco, se dovessimo dare un nome a questa pagina del Nuovo Testamento potrebbe essere SPERANZA! Quella speranza che non illude e non delude, mai.
Nella dinamica del nostro scegliere ed agire quotidiano, sta il Padre che pur rispettando la nostra libertà sa condurre la Storia di ognuno, di ognuna alla splendida gloria di Cristo, il Suo Unigenito
«Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi» (Ef 1,3-6.15-18).
suor Maria Aparecida da Silva
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