Inizia il Tempo di Avvento che vuol dire: “Inizia qualcosa che ti viene incontro”. L'Avvento implica sempre un essere sorpresi: ciò che ci viene incontro, infatti, non è mai come noi l'avevamo pensato o pianificato, ha sempre un margine che ci sfugge. Dobbiamo lasciarci sorprendere e permettere al Signore di agire nella nostra vita.
Tutto quello che noi decidiamo non ci sorprende affatto: lo conosciamo già, per questo l'Avvento è sempre un'avventura: perché è un andare incontro verso qualcosa che ancora non conosciamo e questo, se da una parte ci attrae, dall'altra ci fa paura e ci costringe a cambiare le nostre idee su di noi, sulla vita, su Dio. Insomma l'Avvento è un tempo in cui tutto si fa più vicino: Dio a noi, noi agli altri, io a me stesso.
L'altro grande mistero dell'Avvento è l'attesa. Tutte le cose hanno un tempo di attesa. Prima del loro tempo le cose non nascono. L'attesa è soprattutto tenacia: è rimanere anche se non si vedono i frutti, anche se non sembra accadere nulla, anche se non ci sono apparenti vie d'uscita, anche se mi sembra di essere sempre al solito punto.
Il brano del Vangelo di questa ruota attorno ad una mini-parabola. Dio è come quel padrone che torna all'improvviso, senza annunciarsi, infatti ogni ingresso di Dio nella nostra vita è sempre misterioso. Allora Gesù ci dice che è necessario essere persone sveglie e attente per non lasciarci travolgere dalle false urgenze del mondo.
L'invito è chiaro per tutti: ognuno deve rimanere sveglio e non addormentarsi. Questo è il grande pericolo della vita: prendere sonno, allora non dormire, sii sveglio, assapora questo momento.
Abbiamo una nuova possibilità: il Signore viene ancora per noi. Questa è la bella notizia dell'Avvento: Lui, di certo, non si è ancora stancato di noi! Sereno Anno liturgico a tutti.
I don Franco Bartolino
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