È questo l'annuncio che non passa, la notizia che non invecchia, la novità che sveglia ogni nuovo mattino e conclude la fine di ogni notte: "È vicino a voi il Regno di Dio!" (Lc 10,9). L'ha detto il Signore. L'ha comandato a noi di annunciarlo dovunque. Chi lo accoglie riceve immediatamente pace duratura, e chi lo offre riceve gioia contagiante, frutti gratuiti donatoci gratuitamente da Cristo Gesù, morto e risorto per noi.
" Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo del quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. D'ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: difatti io porto le stimmate di Gesù nel mio corpo "(cfr. Gal 6, 14-18).
Il cristiano dunque, con la sua stessa vita, è già annuncio vivente del Regno di Dio. Ecco perché Gesù ha inviato e continua a inviare i suoi discepoli e apostoli come angeli in mezzo ai lupi, come poveri liberi e spogliati, senza preoccupazione di guadagno; come umili senza pretenzioso protagonismo, concentrati unicamente nella gioia dell'annuncio (cfr. Lc 10, 1-12.17-20). Infatti, questi atteggiamenti indicati da Gesù non sono virtù o frutti di ascesi personali, ma costituiscono già i segni dell’efficacia del Regno e della Sua giustizia, offerto a tutti.
La messe è tanto grande quanto il mondo e molta quanto i popoli; gli operai, quelli che seguono l'agnello, sono pochi. Gesù, ci affida anche una preghiera perché il nostro cuore si apra alla condivisione, alla consapevolezza che il Regno non può essere detenuto nelle nostre mani e limitato ai nostri confini. Pregare il Signore della messe è condividere con Gesù il grande sogno di vedere il compimento della Gerusalemme celeste, madre di tutte le genti: "Ecco, io farò scorrere verso di essa, come un fiume, la pace; come un torrente in piena, la gloria delle genti. Voi sarete allattati e portati in braccio, e sulle ginocchia sarete accarezzati. Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò; a Gerusalemme sarete consolati. Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore, le vostre ossa saranno rigogliose come l’erba. La mano del Signore si farà conoscere ai suoi servi" (Is 66, 12-14).
Quale beatitudine più grande di questa? (cfr. Lc 10,20).
Suor Aparecida da Silva
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