Nella Seconda Domenica di Avvento la liturgia ci accompagna a contemplare il mistero dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria, mistero che, gradualmente, è diventato parte integrante della vita di fede della Chiesa.

Il Vangelo ci rivela come Dio l’abbia voluta e preparata per il suo disegno. Nell’Annunciazione dell’Angelo, Maria viene definita piena di grazia. Il nome nuovo ricevuto la designa come destinataria di particolare benevolenza da parte di Dio: la Vergine è piena di grazia perché ha il favore e la compiacenza gratuita del Signore.

La solennità odierna non corrisponde a un’interruzione del percorso di Avvento appena iniziato. Al contrario: Maria diventa un’icona vivente del piano di Dio, l’incontro tra il suo progetto di amore e la nostra risposta generosa. Dio fa grazia e tuttavia non agisce da solo, ma chiede all’umanità di fare la sua parte.

  In Maria ci viene mostrato come «nulla è impossibile a Dio» e noi spesso ci sbagliamo quando ingigantiamo il potere del male. In lei Dio ci dona un’immagine viva di quello che egli può realizzare quando una creatura gli apre il cuore e si rende disponibile, ci mostra come il male non sia ineluttabile e ci fa vedere come egli mantenga le promesse, anche quelle che appaiono irrealizzabili.

 Maria insegna agli uomini d’oggi che entrare nel mistero di Cristo è mettersi a “servire”. Scelta per “madre”, si dichiara “serva”. E nella sua vita ha avanzato nel cammino della fede, della dedizione, dell’obbedienza, dell’amore, della speranza. Maria ci insegna che bisogna più fare che parlare, preferire l’opera umile ma tenace e carica di amore, mettersi a servizio anche quando si è chiamati a compiti importanti.

Maria è modello di fede adulta e consapevole, di virtù mature, cresciute in un continuo esercizio di impegno per gli altri, di ininterrotta apertura all’amore. E’ icona vivente di quel progetto di amore e di salvezza che Dio si impegna a realizzare.

 Come attendere il Signore, come accoglierlo in questo Natale? Mettiamoci alla sequela di Maria, per accogliere il frutto benedetto del suo ventre.

Impariamo da lei il silenzio per accogliere il Verbo fatto carne. Non possiamo accorgerci della venuta di Gesù se siamo immersi nel frastuono, nelle distrazioni, nelle mille cose da fare che ci rubano la calma.

 Ella ci suggerisce la contemplazione della vita da dove nasce lo stupore, l’umiltà e la fede, la speranza e la carità. È nell’ottica della redenzione operata dal Signore Gesù che possiamo comprendere la celebrazione di oggi: la Vergine Maria fa parte del mistero di Cristo; la Madre è associata al mistero del Figlio e da esso non può essere disgiunta.

Anche noi come Maria pronunciamo oggi il nostro “Eccomi” che, nella vita di ogni giorno, si concretizza nella disponibilità, nella fiducia e nell’abbandono in Colui che è nato per noi.

                                                                                                   sr Annafranca Romano

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