In questi giorni, sentiamo i mezzi di comunicazione sociale fare memoria di quei momenti drammatici vissuti cinque anni fa con lo scoppio della pandemia. E tutti ricordiamo come, in quei giorni la preoccupazione principale era quella di risultare “negativi” rispetto all'infezione virale. Perché lo sappiamo bene: risultare “positivi” a un test virale significa in realtà trovarsi in una situazione negativa di salute. C'è tuttavia qualcosa di virale rispetto a cui risultare ed essere positivi non può che portare benefici a noi e a tutti coloro che “contagiamo” ed è quel virus immesso nell'umanità oltre 2000 anni fa dalle parole di Gesù di Nazareth, che invitava a vivere positivamente quello che fino ad allora era stato vissuto in negativo. Mi riferisco, per quanto riguarda la tradizione biblica, a quella che tutti i moralisti definiscono “la regola d'oro” della morale e della pacifica convivenza tra gli uomini e che nell'Antico Testamento troviamo riportata per la prima volta nel libro di Tobia: “Non fare agli altri quello che non vuoi venga fatto a te”. Come principio, non fa una piega: dal momento che nessuno di noi vuole che ci sia fatto del male, siamo invitati prima di tutto noi a non fare del male agli altri; e se tutti quanti, nel mondo, applicassimo questo principio morale, stiamo pur certi che non ci sarebbe alcun genere di conflitto.

            Ma, a quanto pare, questo a Gesù non basta! Perché ognuno di noi abbia la possibilità di sviluppare gli anticorpi contro l'odio, è necessario che si faccia “contagiare” e quindi risultare positivo dal virus più potente e più piacevole che ci sia: il virus dell'amore. Ma dal punto di vista delle nostre relazioni con gli altri, diventare positivi al virus dell'amore cambia completamente la prospettiva: perché “fate agli uomini ciò che volete che essi facciano a voi” può veramente trasformare la vita. “Non fare ciò che non vuoi sia fatto a te” è una bellissima cosa, ma ti mette comunque in guardia da tutto e da tutti, e soprattutto ti mette in testa che una volta che tu non dai fastidio agli altri, nemmeno gli altri lo faranno e quindi sei a posto: per cui, vivi e lascia vivere.

            Ma purtroppo non è così, perché qualcuno che fa del male agli altri, anche a quelli che non gli han fatto nulla, c'è sempre, c'è sempre stato e sempre ci sarà; occorre essere positivi, lasciarsi contagiare dal virus dell'amore, e iniziare a fare quei piccoli grandi passi che possono cambiare il mondo. Non è sufficiente, infatti, evitare di fare del male per sentirci a posto, come quando andiamo a confessarci dicendo “non faccio nulla di male agli altri”, perché ricordiamoci bene che uno dei peccati maggiori, e che confessiamo all'inizio di ogni Eucarestia insieme a “pensieri”, “parole” e “opere” sono proprio le “omissioni”, cioè quello che potevamo fare di bene e non abbiamo fatto. Un ideale meraviglioso, non c'è che dire: ma come fare per realizzarlo? Nessuno di noi è perfetto, né tanto meno così santo da riuscire a vivere in questo mondo, rendendo positiva una società che vive di cose negative.

            Il segreto sta tutto nella frase centrale del Vangelo di oggi, che un'altra volta viene a stravolgere il pensiero dell'Antico Testamento. Se nel Libro del Levitico il cosiddetto “Codice di Santità”, iniziava con le parole “Siate santi come io, il Signore vostro Dio sono santo”, nel Vangelo di Luca Gesù ci presenta un altro Codice, il Codice dell'Amore, che inizia con le parole ascoltate oggi: “Siate misericordiosi, come misericordioso è il Padre vostro”. Ed essere misericordiosi è tutt'altro che essere santi e perfetti: tant'è vero che essere santi significa essere come “il vostro Dio”, mentre essere misericordiosi significa essere “come il vostro Padre”.

            Non mi stancherò mai di ripeterlo: Dio non ci vuole santi e perfetti, Dio ci vuole misericordiosi, ovvero innamorati dell'amore con lo stesso amore con cui una madre ama il proprio figlio e vivere da innamorati dell'amore è possibile anche senza aver fatto o ricevuto alcun regalo di san Valentino nel mese dedicato agli innamorati: è sufficiente lasciarsi contagiare, e risultare sempre positivi, ovvero inguaribilmente affetti dal virus dell'amore anche perché sbagliare per aver cercato di amare è uno sbaglio che auguro davvero a tutti di sperimentare.

                                                                                                                           don Franco Bartolino

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